Questa piattaforma digitale nasce dalla volontà dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali di raccogliere in un unico “portfolio” in aggiornamento continuo gli interventi di restauro eseguiti dai docenti-restauratori, dagli studenti iscritti al corso di formazione triennale per Tecnico del restauro e dalle importanti partnership instauratesi negli anni attraverso numerose collaborazioni.
La sezione si inserisce in un programma di valorizzazionedei beni restaurati dall’Istituto al fine di sensibilizzare la collettività al valore del bene comune garantendo un’attiva e pubblica fruizione.
La documentazione fotografica, grafica, tecnico scientifica, i video e gli approfondimenti delle lavorazioni e del “back stage”verranno qui condivisi al fine di rendere accessibile la consultazione dei dati relativi alle varie fasi di restauro, assicurando il pieno godimento dei beni culturali, quali testimonianze materiali ed immateriali avente valore di civiltà.
STORIA
Il porticato torna a splendere dei suoi colori originali
Nel XV e XVI secolo il convento di San Francesco fu uno dei centri culturali più celebrati di Padova.
Le raffigurazioni attuali sono attribuite alla bottega diFrancesco Squarcione (Padova,1397 circa –1468 circa), probabilmente furono dipinte tra il 1452 e il 1468 circa, entro 26 lunette esterne, raffiguranti episodi della vita e i miracoli di San Francesco, in chiaroscuro e terra verde. Sulla fascia inferiore di ciascuna lunetta, le iscrizioni spiegavano il significato della scena, oggi rimangono poche tracce.
RESTAURO
Le fasi del restauro condotte dall’IVBC
La prima fase ha riguardato un’attenta documentazione grafica e fotografica, successivamente sono state effettuate delle analisi microstratigrafiche dai chimici Dott. Enrico Fiorin e dalla Dott.ssa Emanuela Sgobbi.
I risultati scientifici sono stati necessari per una maggior comprensione della tecnica, dello stato di fatto dell’opera.
APPROFONDIMENTO
Il ciclo pittorico delle lunette
La Lunetta XXV intitolata Benedizione di San Francesco ai suoi confratelli rappresenta la consacrazione sul letto di morte di San Francesco a frate Bernardo.
Colpisce in particolare il gesto delle mani incrociate compiuto dal Santo, corrispondenza dell’episodio biblico del padre Isacco verso i figli Esaù e Giacobbe.
Isacco ormai cieco conferì la benedizione a suo figlio Giacobbe invece che al prevedibile Esaù, per uno scambio avvenuto tra i due fratelli del quale la madre Rebecca era al corrente, seguito dalla promessa di Isacco di proteggere Giacobbe dal risentimento del fratello.