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Istituto Veneto dei Beni Culturali

Restauro del ciclo pittorico e del portico di San Francesco Grande di Padova

Restauro del ciclo pittorico e del portico
di San Francesco Grande di Padova

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Fasi del restauro

FASE 1 —

Pulitura e consolidamento preventivo

Concluse le indagini preliminari, la prima operazione di restauro ha riguardato una spolveratura molto attenta delle lunette, verificando una possibile perdita di scaglie di policromia. In questo caso si è provveduto al fissaggio della pellicola pittorica, privilegiando un preconsolidamento inorganico per mezzo di iniezioni di nano silici e successiva accelerazione del consolidamento con alcol etilico puro.

FASE 2 —

Il consolidamento

Da una prima osservazione, le lunette presentavano numerose deformazioni, le “bolle” sono state appianate attraverso una serie di interventi, supervisionati dal restauratore MartinPittertschatscher.

Le operazioni di consolidamento hanno riguardato:
– la preparazione della superficie, il posizionamento del grassello in modo da evitare la fuoriuscita del materiale di consolidamento iniettato e alla fine di ciascun intervento;
-la stesura del Ciclododecano con garze per la protezione della pellicola pittorica;
-l’iniezione con siringa di Bio Estel New;
-l’iniezione con siringa di soluzione idro alcolica per veicolare la successiva introduzione della malta;
-l’iniezione della maltina realizzata con PLM e acqua;
-la pressione realizzata con alcuni strumenti metallici a molla e materiali morbidi.
Questa metodologia, è stata efficace ed ha permesso l’appianamento, dove possibile, delle deformazioni delle lunette.

FASE 3 —

La pulitura

In seguito alla riadesione delle scaglie di colore, è stata eseguita una pulitura a secco per mezzo di spugne Wishab.
Con la supervisione della Soprintendenza, si è deciso di rimuovere il gesso presente sulla superficie, sicuramente di origine antropica. Ricordiamo infatti che via San Francesco è divenuta area pedonale da pochi anni: ha quindi subito l’inquinamento per molto tempo, in gran parte automobilistico.
Si è proceduto con dei saggi di pulitura graduale e differenziata mediante lavaggi con acqua deionizzata e tensioattivo non ionico (es.Tween-20), seguiti da un attento risciacquo con acqua deionizzata.
Quest’operazione non risultando sufficiente, ha richiesto ulteriori test di pulitura. Le prove hanno riguardato l’uso di soluzioni acquose di carbonato d’ammonio, in concentrazioni crescenti, iniziando con una soluzione acquosa al 3%.
Anche questo metodo è risultato poco efficiente, la prova successiva con resine a scambio ionico ha prodotto risultati soddisfacenti.

In una prima fase sono stati rimossi i solfati per mezzo delle resine anioniche e poi i depositi più coerenti per mezzo delle resine cationiche; si è proceduto al risciacquo finale con acqua deionizzata.
Successivamente alla pulitura, si sono svolte delle microanalisi sulle sezioni stratigrafiche per verificare la rimozione dei sali superficiali.

Per quanto riguarda il portale in cotto, la procedura è stata simile a quella sopra descritta.

Questa fase di restauro è stata fondamentale per l’intero ciclo pittorico perchè ha contribuito a risanare la superficie pittorica e a dare continuità alla lettura delle scene dipinte.

FASE 4 —

Le stuccature e il ritocco pittorico

Terminata la fase di pulitura si è proseguito con la risarcitura delle eventuali lacune con un impasto a base di polvere di marmo e calce previa campionatura.
L’integrazione pittorica, che rispetta le istanze della reversibilità, riconoscibilità e compatibilità dell’intervento, è stata eseguita con la tecnica a puntinato con gli gli acquerelli.
Questa fase delicata di ripresa delle immagini, ha riportato alla luce le storie della vita del Santo, ricostruendo un importante tassello della storia dell’arte italiana.


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